GLI AMERICANI INTERVENGONO IN FORZE
Il rastrellamento americano a Schio
CONFIDENZIALE
QUARTIER GENERALE
REGIONE VENEZIA
Governo Militare Alleato
Capo 394 30 luglio 1945
Al R.P.S.O. Regione Venezie
Argomento: Eccidio di Schio
N°: R X II/PS/II.4
I – Con riferimento ulteriore al mio rapporto del 20 luglio ’45, riguardante l’argomento.
2 – E’ stata fatta ogni possibile inchiesta nello sforzo di arrestare gli assassini, ma a tutt’oggi i nostri sforzi non hanno incontrato molto successo.
3 – Il 29 luglio ’45 un’irruzione massiccia fu fatta a Schio e dintorni e nei paesi intorno dai soldati americani col risultato che furono arrestati 66 sospetti che sono ora rinchiusi in una delle carceri di Vicenza.
4 – Furono fatte inchieste a questo scopo, si è definitivamente definita l’identità di due degli assassini, ma essi sono completamente scomparsi dal distretto. Temo che dato il caso che essi erano i soli due che si presentarono alle carceri non mascherati e, comprendendo la possibilità di essere stati identificati, essi sono ora nascosti in montagna.
5 – Si sperava che l’incursione del 29 avrebbe fatto cadere uno o ambedue questi uomini nella rete, ma ciò non è accaduto.
6 – I nostri sforzi saranno ora concentrati sull’interrogatorio dei 66 prigionieri e si spera che l’effetto di questi arresti di massa darà la possibilità alla gente, che fino ad ora aveva paura di parlare, di presentarsi ora con informazioni che aiuteranno nell’inchiesta.
7 – Gli accordi perché le truppe americane assistessero a questa faccenda furono fatti dal Luogotenente Col. Lollar, P.C. Vicenza, attraverso la V Armata. Le truppe erano al comando del Luogotenente Col. Castile e l’intera operazione fu compiuta senza incidenti.
8 – Le forze armate adoperarono 17 autocarri, ciascuno sotto il comando di un giovane ufficiale o di un anziano N.C.O. e le istruzioni ad ogni autocarro erano di arrestare una media di 4 persone. In alcuni casi il nome e l’indirizzo della persona ricercata ci era stato fornito: in altri casi soltanto il nome.
Infatti, l’informazione data agli americani, in un certo numero di casi, era molto scarsa.
Il successo dell’operazione è dovuto, in misura non piccola all’iniziativa e all’intraprendenza mostrata dagli ufficiali americani, N.C.O.s e uomini che componevano gli equipaggi degli automezzi.
9 – Un ulteriore rapporto sarà spedito quando l’interrogatorio dei 66 prigionieri sarà completato.
W.R. HARE, Maggiore
Ufficiale della Sicurezza Regionale